Congedato nell’ottobre 1919, nello stesso anno si laureò in Lettere presso l’Università di Roma. Negli anni seguenti lavorò per qualche tempo presso la Biblioteca della Camera dei Deputati. Incaricato di missione presso le Università indiane, risiedette in India dal 1925 al 1930, ricoprendo l’incarico d’insegnamento di cinese e d’italiano presso le Università di Shantiniketan e di Calcutta.
Nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia e nel novembre 1930 venne chiamato, per chiara fama, alla cattedra di Lingua e letteratura cinese all’Istituto Universitario Orientale di Napoli.
Nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia e nel novembre 1930 venne chiamato, per chiara fama, alla cattedra di Lingua e letteratura cinese all’Istituto Universitario Orientale di Napoli.
Nel novembre 1932 passò alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma, come professore ordinario di Religioni e Filosofia dell’India e dell’Estremo Oriente. Fuori ruolo dal 1964, fu collocato a riposo nel 1969 e nel 1970 fu nominato professore emerito. Dal 1929 al 1948 compì otto spedizioni in Tibet e dal 1950 al 1954 sei in Nepal.
Nel 1955 iniziò le campagne archeologiche nello Swat, Pakistan, nel 1957 quelle in Afghanistan e nel 1959 in Iran; campagne annuali che diresse fino al 1978. Promosse la fondazione dell’IsMEO [Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente] nel 1933 e ne fu Presidente dal 1947 al 1978, nel 1979 fu nominato Presidente Onorario. Diresse i periodici «Alle Fonti delle Religioni» (1921-1924), «Bollettino dell’IsMEO», dal 1936 col nuovo nome «Asiatica» (1935-1943), «Le scienze del mistero e il mistero delle scienze» (1946), «East and West» (1950-1978); di quest’ultimo rimase poi General Editor sino alla fine. Fu direttore dal 1950 della «Serie Orientale Roma», dal 1962 dei «Reports and Memoirs» del Centro Studi e Scavi Archeologici in Asia dell’IsMEO, dal 1969 della serie «Restorations» del Centro Restauri dell’IsMEO.
Curò dal 1950 al 1973 la direzione scientifica della serie «Il Nuovo Ramusio», edita dalla Libreria dello Stato. Autore di numerosissime opere scientifiche, dirette non soltanto a lettori specialisti, curò sempre le relazioni culturali tra l’Italia e i paesi asiatici, dove tenne, in India, in Pakistan, in Iran, in Indonesia e in Giappone, molte conferenze.
Morì il 5 aprile 1984 a S. Polo dei Cavalieri nei pressi di Tivoli.
Fonte: L. Petech, «Nota biografica», in R. Gnoli, Ricordo di Giuseppe Tucci, Roma, Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, 1985
eP
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