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lunedì 20 febbraio 2012

Biografia del Prof. Giuseppe Tucci

Giuseppe Tucci nacque a Macerata il 5 giugno 1894. Frequentò le scuole elementari e medie nella sua città natale; poi si iscrisse alla Università di Roma. I suoi studi furono interrotti dalla prima guerra mondiale; mobilitato il 1° dicembre 1915, fu combattente al fronte, dal 1917 col grado di tenente. 
Congedato nell’ottobre 1919, nello stesso anno si laureò in Lettere presso l’Università di Roma. Negli anni seguenti lavorò per qualche tempo presso la Biblioteca della Camera dei Deputati. Incaricato di missione presso le Università indiane, risiedette in India dal 1925 al 1930, ricoprendo l’incarico d’insegnamento di cinese e d’italiano presso le Università di Shantiniketan e di Calcutta.

India: Umanesimo Indiano

Nel 1936 cadde l’anniversario della nascita di Ramakrishna, di una cioè delle più grandi figure della mistica indiana. Ramakrishna, come dissi nella commemorazione che ne feci, è ancora vivo e presente nell’India moderna, la quale traverso l’interpretazione che ne diede Vivekanada, ha visto in lui il rinnovatore dell’anima indiana: colui cioè che ha riportato gli spiriti a una spontaneità e immediatezza di sentire; che non solo purifica la religione, ma fortifica e nobilita le qualità morali.
Tutta l’India si è ancora raccolta intorno a lui e ne ha ricordato la grande personalità che il tempo sembra piuttosto accrescere che diminuire, e l’ha commemorato in diverse guise: sia cominciando la costruzione di un gran tempio a Belur ove meditò e si spense il discepolo ed allievo principale di Ramakrishna, voglio dire Vivekanada, sia tenendo a Calcutta un congresso mondiale di problemi religiosi, sia infine pubblicando in suo onore tre grossi volumi che espongono, in sintesi, i caratteri della civiltà indiana e la conquista del pensiero indiano.

Le Scritture dell’India e dell’Indocina


La prima forma di scrittura del subcontinente indiano è attestata in qualche migliaio di iscrizioni su sigilli dell'antichissima civiltà vallinda fiorita nel bacino del fiume Indo nel III e II millennio a.C. Si tratta di una scrittura probabilmente logo-fonetica, che ha finora resistito ai numerosi tentativi di decifrazione.
Dopo un intervallo di più di un millennio compaiono nel III secolo a.C. le prime attestazioni della scrittura che diverrà la capostipite di tutte le scritture antiche e moderne dell'India e dell'Indocina: la brahmi. Si tratta di una scrittura alfabetico-sillabica in cui ogni segno rappresenta una consonante accompagnata dalla vocale implicita 'a'. Tutte le scritture indiane moderne si basano sullo stesso principio.

India: Civiltà Vedica

Intorno al XXI secolo a.C. popolazioni indoeuropee si spostarono verso la regione compresa tra il Mar Nero e il Mar Caspio, probabilmente costrette dai cambiamenti climatici o sotto la pressione di altre popolazioni. Si ipotizza che queste popolazioni indo-arii o Arya si spinsero nel subcontinente indiano tra il 1600 e il 1500 a.C.
John Keay afferma che al momento dell'entrata dei Arya in india la cultura preesistente era pressoché scomparsa e la nascita della futura cultura Vedica non si basò su una preesistente ma nacque con la popolazione Arya stessa. Questa teoria si basa soprattutto sul fatto che la lingua sanscrita, su cui si costruì tutto il mondo Vedico, non era esistente al periodo dell'ingresso delle popolazioni indo-arii.

India: Civiltà della Valle dell’Indo

A partire dal 4000 a.C. un popolo brachicefalo, di colore scuro, capelli neri e lisci, parlante lingue agglutinanti si diffuse in India accanto alle popolazioni munde: i Dravidi. Queste popolazioni, appartenenti alla civiltà mediterranea, penetrarono nel subcontinente indiano da ovest e si stanziarono nella zona del bacino dell'Indo, del Gange e fino a tutta l'India centrale. A loro si deve nel 3300 a.C. circa lo sviluppo della cosiddetta Civiltà della valle dell'Indo, di cui le città di Mohenjo-Daro e Harappa sono le rappresentanti di cui abbiamo più testimonianze. Poco infatti è sopravvissuto alla successiva invasione ariana di questa cultura tanto che fu dimenticata fino ai primi scavi estesi sui siti di Harappa e di Mohenjo-Daro intorno al 1920 a.C.

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